In un limpido ruscello,
guizza lieta e veloce
la trota briosa
traversandolo come una freccia.
Io stavo sulla riva,
e osservavo quieto e sereno
il pesce giulivo che nuotava
nell'acqua chiara.
Un pescatore con la lenza
stava sulla sponda,
ed impassibile guardava
muoversi il pesciolino.
Fin tanto che l'acqua
conserverà la limpidezza, pensavo,
egli non catturerà la trota
con il suo amo.
Ma d'un tratto al furfante l'attesa
sembrò troppo lunga. Perfidamente
intorbida il ruscelletto,
ancor prima ch'io l'abbia pensato; -
ecco vibra la sua canna,
si dibatte il pesciolino all'amo,
ed io col sangue in tumulto
vidi la trota gabbata.
Voi che alla dorata fonte
della rassicurante giovinezza siete,
pensate alla trota;
se vedete il pericolo, correte!
Spesso sbagliate solo per difetto
di scaltrezza. Badate, fanciulle,
ai seduttori con l'amo! -
Vi faran sanguinare e sarà troppo tardi.
Christian Schubart, in I capolavori della poesia romantica, a cura di G. Davico Bonino, Mondadori, Milano 1986 (la trad. di questa lirica è di R. Fertonani).