30 aprile 2006

Sí, credetemi, amore è tutto questo

Abbandonarsi, ardire, esser furioso,
tenero, aspro, liberale, schivo,
animoso, accasciato, morto, vivo,
leale, infido, vile e coraggioso;

non trovar fuor del bene agio e riposo,
mostrarsi altero, mite, egro, giulivo,
stizzito, pusillanime, aggressivo,
soddisfatto, adontato, sospettoso;

voltar le spalle al chiaro disinganno,
bere veleno per liquore grato,
scordarsi del profitto, amare il danno;

creder che il cielo è in un inferno entrato,
dar l'anima e la vita a un disinganno;
quest'è amore: lo sa chi l'ha provato.

Félix Lope de Vega, Liriche, a cura di R. Paoli, Einaudi, Torino 1974.

La trota

In un limpido ruscello,
guizza lieta e veloce
la trota briosa
traversandolo come una freccia.
Io stavo sulla riva,
e osservavo quieto e sereno
il pesce giulivo che nuotava
nell'acqua chiara.

Un pescatore con la lenza
stava sulla sponda,
ed impassibile guardava
muoversi il pesciolino.
Fin tanto che l'acqua
conserverà la limpidezza, pensavo,
egli non catturerà la trota
con il suo amo.

Ma d'un tratto al furfante l'attesa
sembrò troppo lunga. Perfidamente
intorbida il ruscelletto,
ancor prima ch'io l'abbia pensato; -
ecco vibra la sua canna,
si dibatte il pesciolino all'amo,
ed io col sangue in tumulto
vidi la trota gabbata.

Voi che alla dorata fonte
della rassicurante giovinezza siete,
pensate alla trota;
se vedete il pericolo, correte!
Spesso sbagliate solo per difetto
di scaltrezza. Badate, fanciulle,
ai seduttori con l'amo! -
Vi faran sanguinare e sarà troppo tardi.

Christian Schubart, in I capolavori della poesia romantica, a cura di G. Davico Bonino, Mondadori, Milano 1986 (la trad. di questa lirica è di R. Fertonani).

Allora, è vero, mi aspetterai!

Allora, è vero
tu mi aspetterai
aspetterai che io sparga tutti i semi del canestro
che io riaccompagni a casa l'ape selvatica smarrita
che sul tetto della barca, nella capanna, nella stalla
si accendano piccoli lumi a olio e torce
aspetterai che io legga una finestra che sbatte luminosa o buia
e abbia smesso di parlare con gli spiriti luminosi o bui
aspetterai che la grande Via diventi canto
che l'amore cammini fin sotto al sole
quando il vasto Fiume d'argento ci separerà
tu ancora aspetterai paziente
che io costruisca una zattera fedele

Allora è vero
non puoi più rimangiarti la promessa
anche se le mie morbide mani sono già screpolate
e dalle guance sono scomparse le nuvole rosa della primavera
anche se il mio flauto soffia sangue
e la neve ghiacciata non si scioglie prima
anche se alle spalle c'è una frusta e di fronte il precipizio
anche se il buio mi raggiunge prima dell'aurora
ed io e la Terra ci immergiamo insieme
e non ho nemmeno il tempo di liberare l'uccello d'amore
ma per la tua attesa e fedeltà
sono io che
pago il prezzo del sacrificio

Ora lascia che essi
sparino su di me
Camminerò tranquilla in campo aperto
andando verso te, andando verso te
il vento agiterà i miei lunghi capelli
e sarò il tuo giglio nell'acquazzone improvviso

Shu Ting, in Nuovi poeti cinesi, a cura di C. Pozzana e A. Russo, Einaudi, Torino 1996.

29 aprile 2006

La domanda giusta

La domanda che dobbiamo porci non è se ci stimiamo, ma "quando ci stimiamo".

  • Quando ci liberiamo dalle catene della nostra storia.
  • Quando non abbiamo obiettivi rigidi e prestabiliti.
  • Quando abbandoniamo le nostre certezze, siamo cedevoli verso le esperienze e aperti al nuovo.
  • Quando non giudichiamo noi stessi e gli altri.
  • Quando facciamo le cose con passione e creatività.
  • Quando sappiamo stare da soli e non rifuggiamo il silenzio.
  • Quando riusciamo a "galleggiare" nelle cose che ci succedono senza cercare di modificarle a tutti i costi.
  • Quando consentiamo alla tristezza di fluire dentro di noi come un'energia purificatrice.
  • Quando l'importante non è il risultato, ma l'arricchimento che riusciamo a trarre da un'esperienza.
  • Quando sappiamo osservare i brutti pensieri che ci vengono senza metterli in atto né giudicarli.
  • Quando non ripetiamo sempre gli stessi comportamenti in modo automatico.
  • Quando ci occupiamo amorevolmente del nostro corpo.
  • Quando non siamo esageratamente toccati dalle cose che ci capitano quotidianamente, belle o brutte che siano.

Ci stimiamo quando siamo felici e in sintonia con la nostra intima natura.

E la persona felice è quella che non parla sempre di sé e non si lamenta.

AA.VV., L'autostima a tutte le età, a cura di V. Caprioglio, D. Marafante e N. Travaini, RIZA Scienze, n. 207, Agosto 2005.

La depressione


La depressione
by Franco Matticchio, RIZA psicosomatica, n. 295, Sett. 2005.

Aspettando

Mi sussurrò: "Domani?". Ed io: "Domani
m'avrai tra le tue braccia a l'istessa ora;
fra i tuoi capelli passerò le mani,
tu, sognando, dirai che m'ami ancora".

Ecco, son qui. Lo attendo. A i più lontani
passi, a ogni lieve suon che vien da fuora
tendo l'orecchio, e in desideri arcani
frugo con gli occhi la gentil dimora.

È un vago nido. Le finestre aperte
di primavera invitano all'incanto:
scherza il sole tra i fiori e su 'l velluto.

Io l'armi antiche e i quadri, onde coperte
son le mura, contemplo; e penso intanto
qual tesoro di baci ho già perduto.

Contessa Lara, in Il tesoro della poesia italiana. Dal Seicento all'Ottocento, a cura di G. Davico Bonino, Mondadori, Milano 1982.

Metà dell'anima è fuggita

Metà dell'anima mia
ancora è viva e spira,
l'altra metà non so se Amore
o Morte la portò via.
Ch'è sparita lo so.
Forse è presso qualcuno dei ragazzi.
Pure già tante volte avevo detto:
"Non le date ricetto
quando fugge da me"...
Sí, è là che s'aggira
smaniosa d'amore, degna
che si pigli a sassate.

Callimaco, Epigrammi, a cura di A. Angelini, Einaudi, Torino 1990.