25 giugno 2006

Quelle sue labbra ch'era peccato mordere

Quelle sue labbra ch'era peccato mordere
tanto infantili e tenere s'aprivano
(neve di sogno non può il tempo sciogliere)

chiude un sigillo di divina cera.
Ma avete flauti eterni come il mare,
o labbra più profonde della sera.


Maria Luisa Spaziani, Poesia d'amore del Novecento a cura di Angela Urbano, Crocetti Editore, Milano 2005. Pubblicata sul web in POESIA.