Post

Visualizzazione dei post da luglio, 2006

In viaggio verso l'amore

Amico mio, sei forse in viaggio verso il tuo amore in questa notte di tormenta? Il cielo stride come un'anima in pena. Non riesco a prender sonno stasera. A tratti socchiudo l'uscio e sbircio fuori nel buio, amico mio. Nulla scorgo davanti a me e mi domando dove corra il tuo sentiero. Lungo quale argine di un buio fiume, lungo quale confine di un'orrenda foresta, attraverso quale intrico di fitte tenebre si snoda il sentiero che stai battendo per giungere a me, amico mio? Rabindranath Tagore, Morning songs , A. Narayami, Calcutta 1883 (la trad. è di L. Vanadio).

Il giardino

Non un fremito d'aura giocondo nell'afa ardente. Su l'immota frasca tace ogni trillo, e boccheggianti a fondo giacciono i pesci d'oro entro la vasca. Passa d'uccelli una tribù fuggiasca radendo in fila il bosco sitibondo, e i gigli stanchi senton la burrasca che soffocante gravita sul mondo. Oh mentre il viso tuo sfiorisce e langue come quei figli, e fra ridente e mesta mi guardi effusa d'un pallore esangue, tu pure, inconscia, senti la tempesta d'amor che t'urge e che t'affanna il sangue, e stanca di desio pieghi la testa. Giovanni Marradi, in Il tesoro della poesia italiana. Dal Seicento all'Ottocento , a cura di G. Davico Bonino, Mondadori, Milano 1982.

Perché non dirlo?

Deliri come tu sola sai farlo. E io compongo numeri come per mangiare. Tu deliri e io compongo numeri - questi versi - come per bere. E ci dimentichiamo, nel tuo delirio e nelle mie metriche, della morte che sta dietro il balcone, e della vita che sale per il camino, come una strega, in questa lunga canna sormontata da palme che è l'esistenza, che è la pazienza, che è - perché non dirlo? - la nostra innocenza. José Moreno Villa, in Vittorio Bodini, I poeti surrealisti spagnoli a cura di Oreste Macrì, Einaudi, Torino 1988, vol. II.

Quanto ti odio!

Quest'incontro l'ho combinato a prezzo di molti stratagemmi. Arrivo trafelata e scopro che russi forte - ah, quanto ti odio! - D'accordo, mi sgriderai, ma ti sveglio: e, invece, ti giri dall'altra parte - ah che rabbia mi fai! - Il tempo scorre silenzioso in queste notti di primavera. Anonima giapponese, in The best geisha's songs , a cura di B. Fiedler, Mac Millan, London - New York 1986 (la traduzione è di U. Bottoni).

Il vento scrive

Su la docile sabbia il vento scrive con le penne dell'ala; e in sua favella parlano i segni per le bianche rive. Ma, quando il sol declina, d'ogni nota ombra lene si crea, d'ogni ondicella, quasi di ciglia su soave gota. E par che nell'immenso arido viso della piaggia s'immilli il tuo sorriso. Gabriele D'Annunzio, Alcyone , a cura di P. Gibellini, Einaudi, Torino 1996.